L’Etruria

Redazione

Amarcord  Portole

Quattro chiacchiere con Graziella ed Ivo Lunghi

Amarcord  Portole

Nella sera di domenica dieci agosto 2025, mi sono fermato a Portole per un saluto agli amici Graziella e Ivo Lunghi, tornati, come ormai avviene da tanti decenni, a passare le Feriae Augusti nella loro casa natia.

Seduti nella loro piccola e fresca terrazza, che guarda a strapiombo sul pianoro di Sambuchello e sullo sperone del Melello, chiamato “ Col de Polèo”, mentre un leggero venticello ci porta sollievo dalla gran calura ed afa di quest’estate africana e sposta le fronde delle secolari querce, invitandoci a guardare la Val d’Esse e il Lago Trasimeno, come dicono gli inglesi , ho fatto  a little talk with ( una piccola, interessante conversazione) con questi due simpatici giovanotti ottantenni, che nel ventennio 1950-1960, per certi aspetti della vita sociale di allora, furono gli ammirati giovin signori dell’allora Borgo Portole.

La Portole di quegli anni,per gli abitanti  della parrocchia di  Casale di allora, era  il ritrovo del fine settimana e dei giorni di festa, in quanto l’allora Bottega dei Lunghi era non solo un piccolo centro commerciale dove trovavi di tutto, ma anche il bar delle chiacchiere , delle partite a carte della domenica e , durante il carnevale e le feste di fine anno, la balera della montagna cortonese.

Come ricordano Ivo e Graziella, Borgo Portole era la Parioli di Casale e Tornia e vi vivevano di agricoltura, selvicoltura e commercio circa settanta persone. Una delle figure   di riferimento era il loro babbo Ercole, che , nato nel 1908, fu per quasi novant’anni un attivo imprenditore agricolo,una allevatore di pecore e vitelli,  un commerciante di granaglie  con ruolo fondamentale nel sistema agroalimentare montagnino degli anni 1930-1940  e poi, negli anni 1950-1960, uno stimato rivenditore di legna in Cortona.

Ercole, assieme allo zio Mario, che fu l’altra figura di spicco della Portole post-seconda guerra mondiale e che fu il fondatore e costruttore del noto e celebre albergo-ristorante ancor oggi attivo e gestito dal suo figlio Franco, come mi ricordano Graziella ed Ivo, era il primo dei figli di Zaira e Antonio, capostipiti della saga dei Lunghi. Una saga su cui sta preparando un libro storico il loro parente Antonio Carrai,  che .oggi, con i suoi oltre novanta’anni ben portati, è il decano dei casalesi buoni e noto ai nostri lettori con lo pseudonimo di “Tonio de Casèle”.

I ricordi di Graziella ed Ivo, assistiti dai loro consorti Sergio e Delfa, sono tanti e non è questo il luogo per riportarli tutti, ma queste quattro chiacchiere in attesa delle stelle cadenti della montagna cortonese, sono davvero sufficienti per questo essenziale “Amarcord Portole”. Un amarcod non felliniano, ma semplice e schietto come la gente buona  della nostra montagna lo è da secoli e con due villeggianti doc, che, ad ottant’anni, in questa loro terrazza lungo la strada provinciale umbro-cortonese, sospesa tra le cosiddette  due vie vecchie romano-medievali del Trafforata, sono  giustamente fieri della loro gioventù montagnina e del loro appartenere alla famiglia Lunghi di nonno Antonio e della mitica nonna Zaira, che regalò all’Italia del primo novecento ben dodici figli: Ercole, Mario, Telesforo, Zeno, Alba,Cleope, Domenica ( Menchina), Elena, Iris, Irma, Lina e Stella.

Grazie Ivo e Graziella, figli buoni e amatissimi  di Ercole ed Amelia (amici cari del mio babbo Gigi e della mia mamma Rina), per questa amabile conversazione nel giorno di San Lorenzo e auguri sinceri di poterci incontrare ancora per tanti anni nella vostra e mia Portole.

Nella foto di corredo, Graziella ed Ivo Lunghi sulle scale della loro casa ed un immagine dell’albergo-ristorante Portole.

Ivo Camerini