L’Etruria

Redazione

Diario cortonese di questi giorni – 49

Vivere e sognare “ nel blu dipinto di blu”

Diario cortonese di questi giorni – 49

Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sul colore “blu” come simbolo di felicità e di vita,come ‘immaginazione’ per uscire dai giorni di pandemia. Grazie  Anna!( IC )

Diario del BLU

Diario della notte. Diario dell'insonnia. Diario dei sogni. Diario del blu come colore dei sogni. Diario del blu come la mia coperta preferita. Diario del blu come il colore delle isole greche che sono uno dei posti che più adoro, o forse uno dei pochi in cui sono stata.
Diario del mio albero, sotto a cui dormo e che mi piace immaginare sia vero.
Avrei ancora tanti diari da scrivere, ma prima o poi credo che dovrò iniziare a smettere. E' diventato un vizio. Posto la foto la sera e scrivo il diario la mattina. Un rito che mi accompagna durante il caffè. Ma ognuno di riti avrà pure i propri e io non posso "ammorbarvi" coi miei, vi sembra? Era un piccolo impegno, questo del diario, che avevo scelto come mio contributo ai giorni della quarantena, che poi si sono trasformati in mesi, e adesso non si sa neanche bene quando finiranno. Anche se finiranno, questo sì. Era l'unico modo, semplice, con cui mi sentivo di poter fare compagnia agli amici di qui. Non so fare molto altro nella vita. Ma tenere compagnia un po' sì. Solo che ora, come tutte le persone di compagnia che parlano parlano, e nel mio caso scrivono scrivono, magari vengo anche un po' a noia, e prima che questo succeda, inizio a pensare a uno stop. Magari stabiliamo che posto pagine di diario, o di sfoghi miei, ogni tanto invece che ogni giorno, no?
Vorrei anche ritrovare la disciplina che di mattina presto mi fa scrivere cose meno vere di quelle che racconto ogni mattina qui. Ritrovare l'immaginazione e disciplinarla in certe pagine che dalla mattina alla sera vorrei tornassero a chiamarsi lavoro.
L'immaginazione dicevo. Quella che secondo me è di colore blu. Quella che mi fa immaginare vero l'albero del telo che copre il muro sopra il mio letto. Tanto che, sapendo che sto dormendo sotto un albero, faccio bei sogni e sento anche l'odore delle foglie, o dell'aria. L'immaginazione rende bella la realtà.
Come la nostalgia per i posti lontani o di certe situazioni passate. Rende bello il ricordo di quel posto e quelle situazione. Se invece vuoi ricordarle brutte, lo diventano davvero.
Penso che tutto ciò che è immaginazione qualcosa di vero abbia sempre. Che la Finzione Pura, quando si intromette nella tua storia, diventi la tua storia, e quindi vera. Dico questo perché, qualche sera fa, parlando con una persona per me importante, che riconosceva la mia nostalgia viscerale per Roma, ho riconosciuto che io di Roma vedo belli anche i posti brutti, e ho ricordi belli anche di momenti che non erano belli per niente però si svolgevano a Roma. Magari erano di un periodo bello del mio passato, tipo la giovinezza, che quasi sempre, (non sempre, ma nel mio caso sì), è bella. Allora quel ricordo diventa tale, e bellissimo il pezzo di storia in cui ora abita. La nostalgia fa tanto.
Riguardo al mio albero e al blu del mio letto, compravo questi teli in certi piccoli negozi vicino alla stazione Termini. Luoghi seminterrati che già a dirlo mettono inquietudine ad alcuni. Come dici luoghi seminterrati gestiti da immigrati, alcuni si fanno aumentare la pressione arteriosa. Addirittura sputacchiano goccioline di rancore ogni volta che dici la parola accoglienza.
Comunque, entrando dentro quegli oscuri luoghi, ho sempre trovato molta luce e molti colori. E anche una gran bellezza, ad esempio delle donne, spesso africane, che mi vendevano i teli. Come sono belli quei sorrisi e quegli occhi, e quella voce sotto cui ti aspetti sempre un suono di chitarra, che da sola sembra sprecata. E quella volontà di ferro, di essere contente anche in un contesto non loro. Voglio tornare a comprare quei teli. Far prevalere il blu e il rosso, i miei colori preferiti. Niente bianco, il bianco non mi è mai piaciuto. Mi sono vestita di bianco solo quando mi sono sposata, per tradizione. Ma io non sono brèva con le tradizioni, anzi. L'immaginazione secondo me serve di più. Finisce la quarantena, finisce, ne sono sicura, immaginiamo che bello sarà. E magari, noi rimasti sani, vestiremo di bello anche i ricordi di come l'abbiamo vissuta.
I negozi di quei teli adesso, per via di tutto questo, saranno chiusi da tempo. Vorrei tanto tornare a comprare un paio di quei teli. Adoro il momento in cui da nuovi, mi rinnovano la stanza da letto. Hanno quel profumo, e portano con sé quei sorrisi di quelle donne con cui ho sempre fatto qualche piccola chiacchierata, in quei pressi di Termini o di piazza Vittorio, che sono posti belli. Quanta lontananza, non la mia da Roma, che alla fine è sempre a due passi di treno, ma dai paesi di tutti gli stranieri che abitano quella zona e che, grazie anche alla loro gentilezza quando entri in questi negozi, sono meno invisibili di altri. E io sono felice che in questi ultimi giorno si è parlato di nuovo di immigrazione e di restituire dignità agli immigrati. Anche se, proprio in questi giorni, è uscita fuori tanta bruttezza, tanta bruttezza da parte della gente. Ma forse è come quando lavi qualcosa, lo sporco viene su e l'acqua pulita via via lo toglie.
Aggiungo alla foto del mio letto, questa di me che ha molti, molti anni. Risale a quando finalmente giunse l'ora di darmi una strada, una direzione.
Nella prima casa in cui abitai dopo essere uscita da casa dei miei, in 38 metri quadri, dipinsi di blu tutti i mobili e comprai tutti teli blu. Mi dava un senso di Grecia, anche se eravamo a Monteverde a Roma.
Voglio immaginare che questa sia una giornata speciale, che stiamo andando verso qualcosa di bello, un po' blu e un po' rosso. Che finirà la pandemia e che, anche se non saremo affatto più buoni, però un po' di cattiveria ce la saremo levata di dosso, o magari avremo capito meglio da quale cattiveria tenerci alla larga. Buon venerdì. Ancora per qualche giorno vi ammorbo.

Anna Cherubini