L’Etruria

Redazione |

Orchestra Filarmonica Pugliese Una Realtà Internazionale

Orchestra Filarmonica Pugliese Una Realtà Internazionale

L’Orchestra Filarmonica Pugliese nasce nel 2013 dalla volontà di un gruppo di musicisti da tempo attivi sul territorio che, aiutati dalla Regione Puglia, hanno costruito e promuovono un polo musicale dal carattere internazionale di altissima qualità musicale.

Molti insegnano al conservatorio, altri sono solisti, altri ancora partecipano saltuariamente a dei piccoli concerti, alcuni organizzano serate musicali nelle indimenticabili quanto belle e accoglienti masserie pugliesi o in veri e propri castelli, dove giardini e ambienti monumentali raccolgono tra la “Bellezza” la cultura musicale.

Tutti diplomati al Conservatorio, tutti Maestri che vivono con una grande febbre “addosso” placabile solo attraverso il suono dei loro strumenti. Sono uomini e donne che Oggi hanno sempre più difficoltà a mantenersi con il lavoro musicale.

Sono figlia d’arte e conosco quante spaghettate “aglio olio e peperoncino” in casa hanno ospitato mirabili Professori e Maestri di quartetti d’archi o di piccole e grandi orchestre. I musicisti sono persone generose che provano tante ore al giorno per mantenere una buona qualità del suono.

Tanti sacrifici tutti in “sordina”!

Queste premesse per spiegare il grande dispiacere che ho provato quando ho assistito al concerto che l’Orchestra Filarmonica Pugliese ha eseguito il 9 novembre scorso nel Teatro Signorelli.

Un’esibizione di altissimo livello, perfetta ma, purtroppo, ad assistere solo poche persone.

Teatro semi vuoto, ordini di palchi deserti come testimoniato dalla foto che pubblico.

Peccato perché neppure due sere prima lo spettacolo “Travolti Da Un Insolito Destino nell’Azzurro Mare D’Agosto” recitato dai bravi Euridice Axen e Giuseppe Zeno aveva fatto registrare un Sold Out, per altro meritatissimo.

Vero che la Lina Wertmuller ha scritto un piccolo capolavoro ma Mozart e Rachmaninov non sono proprio gli ultimi arrivati!

Eppure si deve prender atto che siamo sempre meno colti, più stressati e non abbiamo più la capacità di comprendere quanto possa far bene all’anima l’ascolto di una buona musica.

La musica, a volte, “sballa!”

Al piano il Maestro Raffaele D’Angelo, accompagnato dagli orchestrali diretti da Gudni Emilsson hanno eseguito di Wolfgang Amadeus Mozart sia l’Overture delle Nozze di Figaro che il concerto in “la maggiore kv 488”, mentre la seconda parte della serata ha visto al piano la Maestra Shiran Wang, accompagnata sempre dagli orchestrali diretti però da Claude Villaret che hanno eseguito, di Sergej Rachmaninoff, il concerto nr.3in d minor op.30.

Con queste due opere il pubblico ha viaggiato nel tempo.

Consideriamo che nel 1786 l’allestimento viennese delle Nozze di Figaro, dai contenuti colmi di fermenti sociali, fu contrastato dal pubblico aristocratico mentre a Praga fu un immediato successo. Erano gli anni della Rivoluzione Francese 1789.

Con Sergej Rachmaninoff (Russia 1873/Stati Uniti (Beverly Hills) 1943) compositore, pianista e direttore entriamo in un mondo molto diverso.

Egli scrisse: “Io sono me stesso solo nella musica. La musica basta a una vita intera, ma una vita intera non basta alla musica”

Con Rachmaninoff respiriamo nelle sue composizioni il suo amore per la Russia, la sua patria natale che tanto e sempre rimpianse, del resto lui e la sua famiglia vi vivevano negli agi. Nelle note che scriveva si avvertono il dolore e la nostalgia che gli causò abbandonarla a causa della rivoluzione del 1917. All’epoca era già famoso nel mondo per i suoi successi e fu accolto negli Stati Uniti d’America dove proseguì la sua carriera ma il ritmo della vita moderna non gli era congeniale.

Il concerto nr.3 in d minor op.30 composto nel 1909 è tra i più famosi al mondo per l’enorme difficoltà esecutiva riservata al pianista, tanto da richiedere al solista una solidissima tecnica virtuosistica insieme a tanta resistenza. All’epoca Rachmaninoff era stato più volte in tournè nell’Occidente ma amava poco quella vita frenetica dettata dagli impegni concertistici. In quella che io penso sia la sua “Opera Summa” si avvertono le note “dei contrasti romantici” dedicati alla bellezza dei paesaggi russi contrapposti a quelli che evocano l’ansia che provava tra le città già colme di cemento quando si recava in tournée.

Il fascino compositivo dei pentagrammi dei vari strumenti dell’orchestra corrono come su binari paralleli insieme a quello predominante del pianoforte impegnato per tutta la durata del concerto.

Al riguardo esprimo i massimi complimenti alla pianista Shiran Wang per aver generosamente regalato un’esecuzione da 110 con la lode.

Aggiungo anche che l’orchestra presentava con tre violoncelliste ed il primo violino donna una marcata emancipazione femminile e in ultimo … ci dobbiamo riabituare a nutrire tutti i nostri 5 sensi con il Bello, credetemi è Bello! 

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®