L’Etruria

Redazione

Democratiche della Valdichiana: "piazza Oriana Fallaci a Cortona?No grazie, non per ora. Ecco perché..."

Democratiche della Valdichiana: "piazza Oriana Fallaci a Cortona?No grazie, non per ora. Ecco perché..."

All'ordine del giorno dello scorso Consiglio Comunale di Cortona la Lega - Salvini, per voce del consigliere comunale Mattoni, ha presentato un atto di indirizzo per chiedere l'intitolazione di un luogo pubblico nella nostra città alla scrittrice- giornalista Oriana Fallaci. 

Noi Donne Democratiche di Cortona intendiamo  plaudiamo al voto contrario espresso dall'opposizione e vi spiegamo perché. 
Oriana fallaci è stata una grande  giornalista, ha incontrato i personaggi pubblici che hanno fatto la storia del suo tempo, è stata inviata di guerra in Vietnam, in Libano, in Afghanistan offrendo alla coscienza dei lettori un’interpretazione dei fatti fuori dagli schemi convenzionali troppo spesso pilotati dalle ideologie politiche di quegli anni. 
La sua vicenda personale è stata motivo di ispirazione per libri ed articoli. Il primo grande romanzo  che racconta la guerra è "Inshallah", un vero reportage senza filtri sugli aspetti più truci dei conflitti armati e sulla bieca e crudele aridità di comportamenti di chi esercita il potere. La Fallaci rivendica il merito di aver voluto raccontare senza filtri episodi del contingente italiano inviato in aiuto delle forze ONU in Libano: le vicende dei suoi protagonisti non entrano  nei libri di storia, però sono il vero volto di tutte le guerre. 
Nel romanzo "Un uomo", invece, Oriana Fallaci racconta la storia del suo compagno Alekos Panagulis,  grande oppositore del regime dei Colonnelli in Grecia:  la condanna di ogni tipo di dittatura sarà ribadita in maniera categorica.  

Ma veniamo al punto:  riteniamo che il suo merito più grande è anche il suo più grande errore. Certo, ha avuto il coraggio di dire quello che pensava anche andando controcorrente, ogni punto di vista contribuisce ad arricchire conoscenze e serve a formare opinioni secondo una visione pluralista. Ma la storia della scrittrice Fallaci, dopo l’11 Settembre, procede in un’unica direzione: la condanna definitiva e sistematica dell’Islam, la sua avversione alla religione islamica, di cui deplora ogni aspetto che può influire e danneggiare l’occidente. 
Prevede scenari apolicalittici di distruzione della cultura occidentale, la barbarie di  popoli islamici contro la potenza della storia e cultura occidentale. 
E’ questo il grande limite di Fallaci. Perché il mondo islamico non è il grande nemico da distruggere ed è opportuno stabilire confronti, pur ribadendo le rispettive diversità;  non è la paura della distruzione del nostro mondo che deve guidare il nostro pensiero, ma la consapevolezza che deve esserci un modo per trovare un equilibrio che non stravolga nessuna ideologia nel rispetto di tutti. 
La vera Fallaci non è la fustigatrice del mondo islamico:  le sue sono reazioni a caldo dopo aver assistito alla strage delle Torri Gemelle. Era troppo amante della libertà di tutti e non è giusto prendere in considerazione solo la sua opera dopo il disastro perpretato dall’Isis.
Non possiamo accettare l'uso strumentale del suo lavoro che conviene a certe correnti ideologiche che vedono nelle sue analisi e “profezie” la base per ordire campagne di odio nei confronti del mondo musulmano. E’ facile e superficiale associare la protesta contro gli immigrati alla paura della distruzione della cultura occidentale da parte di incolti e sanguinari conquistatori travestiti da poveri immigrati. 
Dedicare una via o una piazza , in questo momento, è un atto di sfida che arriva dritto a chi non conosce tutti gli estremi del pensiero di questa scrittrice e giornalista che, certamente, riteniamo importante nel panorama culturale italiano. Chi non la conosce e non ha mai seguito il suo lavoro di giornalista saprà soltanto che è “la coraggiosa scrittrice nemica giurata dell’Islam”. 
Noi sappiamo che non è così. Oriana Fallaci non merita un simile trattamento, non è giusto nei suoi confronti e nei confronti di chi  ha apprezzato il suo percorso di giornalista-scrittrice in toto, pur non condividendo i contenuti di alcune sue opere.  
Ecco perché diciamo fermamente NO!