L’Etruria

Redazione

A Cortona mi sono trovata come a casa mia

Una breve, ma significativa riflessione di Lucia, studentessa universitaria spagnola.

A Cortona mi sono trovata come a casa mia

Il grande cantante italiano Jovanotti, che abita a Cortona, anni fa definì la sua città come “ l’ombelico del mondo” e quest’estate, avendo avuto la fortuna di passare con la mia famiglia le vacanze di Ferragosto nella mitica città etrusco-medievale fondata da Dardano, ho potuto constatare che questa antica città fuori dal tempo è davvero un centro del mondo dove “si incontrano facce strane /di una bellezza un po' disarmante/ pelle di ebano (…) e occhi smeraldo come il diamante (…)”. Dove “c'è il pozzo dell'immaginazione/ dove convergono le esperienze/ e si trasformano in espressione/ dove la vita si fa preziosa/ e il nostro amore diventa azioni”.

Azioni come quella di vivere, standoci come a casa mia, una diecina di giorni nell’oasi naturale di Casale, nella montagna cortonese e di fare gite ed escursioni nelle storiche città viciniori di Cortona e di camminare sulle sue antiche strade lastricate; di godere la sua gastronomia, la sua architettura etrusco-medievale, ma soprattutto la sua vita.

Cortona è una civitas piena di cultura, di arte e di quella joie de vivre delle estati giovanili in cui tutto sembra facile. Cortona, in maniera dolce e semplice, ti spinge a cercare un sentimento di appartenenza. Ti fa nascere  il desiderio di far parte di ciò che lì sta accadendo. A molti chilometri da casa nostra, io e la mia famiglia abbiamo trovato qui un luogo, che abbiamo sentito anche nostro.

La scelta della destinazione delle vacanze estive nella mia famiglia comporta sempre almeno un dibattito. La parte mediterranea della famiglia sostiene il sole, il mare, estati che sono quasi un’ode all’estate, tanto è il nostro desiderio di spremere tutto “ fino all’ultima goccia d’ estate”, come dice una bella canzone di pochi anni fa. La parte nordica della mia famiglia spesso anela a destinazioni con più stimolo di avventura, di montagna e climi più miti, come quello che abbiamo trovato a Borgo Casale.

Non siamo una famiglia convenzionale: Ivan e mia madre, Silvia, si sono conosciuti all’aeroporto di Ibiza dodici estati fa e si sono innamorati, decidendo così di voler condividere la loro vita. È così che è nata la nostra famiglia, una di quelle famiglie del XXI secolo, che si ricompongono nell’amore, soprattutto nei giorni di vacanza, come questi dell’agosto 2025, passati nelle terre di Cortona.

La massificazione turistica ha trasformato la mia isola in un luogo affollato, con spiagge sempre più sporche e ristoranti sempre più cari. Attraverso un’applicazione di scambio case abbiamo trovato Séverine e Saverio, che erano interessati a trascorrere alcuni giorni a Maiorca. E noi abbiamo accettato, venendo così nella loro casa nella montagna cortonese. Una casa secolare, che  è difficile da descrivere senza cadere in iperboli come “la più bella che abbia mai visto in vita mia” o “troppo idilliaca per essere vera”. A molti chilometri da casa nostra, io e la mia famiglia abbiamo trovato qui un luogo, che abbiamo sentito anche nostro, trovando amicizia e affetto nei nostri vicini nativi, soprattutto nel señor Ivo, pater familias di una bella e grande famiglia cortonese, contadino amatoriale e persona di grande cultura umanistica e sociale, anche se si fa chiamare semplicemente “giornalista di strada”.

A lui (che è stato “pellegrino curioso e attore attivo” in molti campi della vita novecentesca e d’inizio duemila) e alla sua famiglia, che con grande, fraterna amicizia  ci hanno accolto e insegnato, dedico queste righe. Naturalmente con la speranza di tornare ancora a Cortona. Una Cortona ancora “ombelico del mondo” libero dalla massificazione e dalla gentrificazione. Una Cortona ancora  piena di cittadini che  proteggono la loro terra e la loro civitas con un vero “Stop Airbnb", come chiede il bel graffito su un muro di pietra in Via Ghini.

Lucia Bendito