Riceviamo e pubblichiamo
Meglio un campo di girasoli o un campo di pannelli fotovoltaici?Non ci sono dubbi! Meglio un campo di girasoli. Ma se vogliamo fare un paragone, è come domandarsi se è meglio prendere o non prendere l’antibiotico. Meglio non prenderlo se siamo in salute. Ma se siamo malati… e il nostro è un pianeta malato!
Quindi, al di là delle facili suggestioni e strumentali considerazioni, i componenti del Circolo Legambiente Valdichiana Aretina ritengono necessario e opportuno proporre un’analisi più approfondita e articolata con l'intento di dimostrare che lo sviluppo delle energia rinnovabili è non soltanto necessario, ma anche urgente.
Innanzitutto è doveroso fare una premessa per chiarire due aspetti essenziali che definiscono in un’ottica generale la problematica in argomento: la questione del cambiamento climatico e la sostenibilità del costo energetico.
I drammatici effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti (eccezion fatta per i “negazionisti”) e con essi gli enormi costi in termini economici e, soprattutto, in termini di vite umane che ne conseguono. Secondo uno studio di QuiFinanza, (https://quifinanza.it/economia/cambiamento-climatico-costo-abitante- italia/835200/) tra bollette, disastri naturali e spese impreviste, il cambiamento climatico può costare alle famiglie italiane fino a 6.000 euro all'anno, cifra più alta che in qualsiasi altro paese dell'UE. Questo costo è dovuto principalmente agli eventi climatici estremi come ondate di calore, alluvioni e danni all'agricoltura. Entro la seconda metà del secolo, le perdite potrebbero arrivare al 10% del PIL, pari a circa 130 miliardi di euro all'anno. Inoltre, secondo i dati del report di Germanwatch, dal 1999 al 2018 l'Italia ha registrato 19.947 decessi riconducibili agli eventi meteorologici estremi Fenomeni che, nello stesso periodo di tempo, hanno causato perdite economiche pari a 32,92 miliardi di dollari (https://www.reteclima.it/quanto-costano-e- quanto-costeranno-i-cambiamenti-climatici-allitalia/).
Ecco l'altra grossa problematica che riguarda tutti noi, il costo dell'energia. Tale tipologia di costo incide in modo significativo sul PIL italiano, con picchi che hanno raggiunto il 4,6%. Questo impatto è dovuto principalmente alla forte dipendenza dell'Italia dalle importazioni di energia, soprattutto gas naturale, che rende l'economia vulnerabile agli shock dei prezzi internazionali. Il costo annuale dell'importazione di energia in Italia ammonta a circa 100 miliardi di euro, secondo i dati di Confartigianato. Questa cifra si riferisce al saldo netto tra importazioni ed esportazioni di energia e rappresenta un valore significativo per l'economia italiana. L'Italia, infatti, è fortemente dipendente dall'estero per il suo approvvigionamento energetico, con una quota di importazione che si attesta intorno al 75%. L'Italia presenta, inoltre, uno dei costi dell'energia elettrica all'ingrosso più elevati nell'UE: ad esempio in Spagna, che ha puntato molto sulla produzione da fonti rinnovabili, l’energia costa il 40% in meno, la metà in Francia.
Questa è la realtà ad oggi.
L'unione Europea ha stabilito l'obiettivo di raggiungere entro il 2030 almeno il 42,50% di energia prodotta da fonti rinnovabili, con auspicio di arrivare fino al il 45%. I singoli Paesi appartenenti all'UE avevano l'obbligo di emanare norme nazionali di recepimento della direttiva europea entro 18 mesi dalla pubblicazione della stessa (20 novembre 2023). L'Italia ad oggi non ha ancora provveduto a emanare quanto richiesto, subendo anche una “procedura di infrazione” dalla Comunità Europea. Il decreto ministeriale del giugno 2024 infatti è stato contestato dal Tar del Lazio, bloccando il tutto.
La Regione Toscana comunque sta già predisponendo una legge regionale per definire le aree idonee all'istallazione di impianti e energie rinnovabili al fine di trovare un giusto equilibrio tra le esigenze imposte dalle normative nazionali e sovranazionali e le esigenze paesaggistiche e turistiche, molto rilevanti per la nostra regione, non solo dal punto di vista economico.
La legge della Regione Toscana, secondo quanto appreso si muove intorno a quattro caposaldi di seguito sinteticamente riportati:
1) Coinvolgimento dei comuni e province nella definizione e identificazione delle aree idonee;
2) Privilegiare l’autoconsumo con comunità energetiche al fine di dare vantaggio diretto a imprese e famiglie dalla installazione di pannelli fotovoltaici;
3) Tutela del paesaggio con particolare attenzione verso le viti e gli uliveti;
4) Solo gli imprenditori agricoli professionali potranno installare impianti agrivoltaici nelle aree agricole di maggior pregio. Anche nelle zone di minor valore agricolo, ogni impianto dovrà comunque essere accompagnato da un piano di miglioramento aziendale. L’obiettivo è garantire che la transizione ecologica nelle campagne sia seguita e gestita dagli agricoltori, valorizzandone il ruolo e la competenza.
Alla luce di queste informazioni, se pur molto sintetiche, contiamo che tutti, cittadini, imprese e istituzioni comprese, siamo chiamati a dare un contributo più consapevole per invertire questa tendenza: è necessario quindi che I cittadini mediante comportamenti più virtuosi, le imprese scegliendo tecnologia a più basso consumo energetico, le istituzioni mediante scelte politiche e pianificatorie che favoriscano la produzione di energia pulita e riducano il consumo di energia da fonti fossili, metano compreso, diano un contributo per aggredire con successo questa problematica. La doverosa attenzione alla tutela del territorio e delle aree sensibili non deve tradursi, tuttavia, con una generalizzata e non motivata contrarietà … a prescindere.
A meno che non si voglia rimettere in discussione lo sviluppo del nucleare e magari, un domani, affacciandosi dal piazzale Garibaldi vedere sorgere una bella centrale immersa in un mare di girasoli.
In considerazione dell’assoluta importanza della questione in argomento il Circolo Legambiente Valdichiana Aretina si dichiara disponibile ad un incontro pubblico tra le varie parti, pubbliche e private, interessate alla questione con la presenza, ovviamente, dei cittadini.
Il presidente del Circolo Legambiente Valdichiana Aretina
Stefano Brocchi