L’Etruria

Redazione |

L’Astratto in Beato Angelico

L’Astratto in Beato Angelico

Visitare la mostra del Beato Angelico a Firenze, dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026 nelle due sedi di Palazzo Strozzi e al Museo di San Marco, oltre 140 opere e prestiti internazionali, è un’esperienza di vita perché lui sapeva dipingere la Bellezza, quella dello Spirito Umano che si eleva al trascendentale.

Una persona forse un po’oltre le righe, ma anche colta e sensibile, descriverebbe il maestro un po’ “spinellato” e in preda a “viaggi” proprio mentre dipingeva.

In verità la meravigliosa e fantasiosa personalità di Beato Angelico non aveva proprio bisogno di droghe per esprimere la sua gioia nell’amare il Divino.

Certo è stupefacente riconoscere in un Uomo Mite, Gentile, Umile e magari un po’ Timido, un’esplosiva ricchezza di sentimenti. Il suo dipingere lo trasferiva in una dimensione universale oltre l’atmosfera, vagava nell’universo tra le stelle più lucenti e colorate. Mi pare di immaginarlo camminare a trenta centimetri da terra, ma certamente non per presunzione visto l’immediato riconoscimento del suo talento, lui rimaneva sempre se stesso, felice del dono della pittura che il suo Signore gli aveva regalato e dipingendo la storia di Cristo, Suo Figlio, Gli restituiva Amore.

Al giorno d’oggi, sempre più spesso, si creano delle mode ai fini commerciali, si riscoprono affascinanti artisti dal passato e si presentano alla conoscenza delle masse, ma non è assolutamente il caso del Beato Angelico perché il Vasari già dal Cinquecento lo immortalò fra i grandi nella sua opera “LE VITE”.

Aveva una potenza interiore esplosiva e la esprimeva attraverso la sua spiritualità pittorica con colori sgargianti, sfumature, corpi liberi nei movimenti e le espressioni dei suoi personaggi avevano completamente perso il vuoto e la fissità negli sguardi del passato tardo gotico.

E’il primo Rinascimento!

In scene teatrali differenti il Beato Angelico stava in Masaccio, due geni pittorici con due linee di diverso pensiero che però convergevano nell’Amore per l’Umanità.

E’superficiale considerare l’Arte dell’Angelico classica e conservatrice e prettamente rivolta al suo forte sentire religioso e domenicano perché l’artista che c’è in lui esplode nelle umane espressioni dei visi e nell’astrattismo che concede alle fantasie marmoree delle scale, dei pavimenti e dei pannelli decorativi che lo proiettano nel mondo del ‘900 di Pollock in “ Full Fathom Fire”.

Andate a curiosare nella mostra o navigate in internet ed osservate come vi gettava il colore, non lo ritoccava, lo lasciava puro e libero di creare forme irregolari e imprevedibili, intonate e perfette. Il tutto senza ripensamenti.

Ma si può ancora raccontare moltissimo della sua pittura!

Ammiro la sua sensibilità quando studio l’espressione che fotografava nella sua Vergine nell’Annunciazione di San Marco, quella di una allora ingenua e ignorante fanciulla che aveva appena ascoltato le parole di Dio attraverso l’Angelo e che ancora non ne comprendeva appieno il significato. Per l’allora giovanissima donna di quei tempi, sarebbe stato impossibile poter immediatamente pesare il drammatico significato della sua immortale missione, tanto che ne era del tutto completamente ignara ed il Maestro riesce a tracciare questa delicata situazione.

Anche Michelangelo 50 anni dopo scolpiva la sua Fanciulla Madre nella Pietà in Vaticano, completamente attonita e annientata da una sofferenza inimmaginabile. Una Bambina che culla il Figlio più vecchio di Lei che le giace fra le sue braccia, dopo la deposizione dalla croce.

Quante elevate filosofie sono custodite sulle tele, negli affreschi e scolpite nel marmo.

Questi artisti avevano coraggio di esprimere questi sofisticati quanto commoventi sentimenti mariani perché la sofferenza della Santa Mamma Maria di fronte alla Passione di Cristo è indescrivibile quanto incommensurabile.

La mostra espone così tanta bellezza da “nauseare” il visitatore! Ovviamente scherzo ma devo far comprendere quanto allora “la bellezza fosse guaritrice, desiderata quanto inimmaginabile”. In quei tempi la miseria, la peste, la fame, le malattie e il freddo deturpavano i corpi e lo spirito delle persone tanto da renderli disperati.

Allora ecco la Luce della Bellezza portare in Sogno a questa disperata Umanità: l’Amore, il Calore e la Guarigione.

Ma oggi il vero miracolo lo osserviamo nelle opere di “Fra’ Angelico”, Uomo Artista Religioso, appartenente all’Ordine dei Domenicani quale è, che non si contiene nella sua formalità religiosa ma riesce a sconfinare nello Spazio e nel Tempo tanto che Noi ancora oggi, dopo 600 anni ne siamo completamente rapiti.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®