L’Etruria

Redazione

Verso la scomparsa dell’olmo campestre in Valdichiana e nel cortonese?

Verso la scomparsa dell’olmo campestre in Valdichiana e nel cortonese?

I meno giovani ricordano con piacere e nostalgia le belle dormite estive all’ombra di un grosso olmo nelle aie o nei cortili delle case contadine di una volta e la sua rassicurante protezione contro la canicola del solleone estivo. Oggi quest’albero è quasi scomparso e l’olmo campestre è un perfetto sconosciuto ai più giovani. Quest’estate la siccità e la malattia hanno ucciso  anche il bell’olmo di un nostro giovane lettore, che ci ha inviato questa foto  dell’olmo piantato dal nonno vicino alla sua bella casa in Val di Loreto e che qui pubblichiamo a corredo dell’articolo.

La grande pianta che dava refrigerio al suo giardino e alla sua casa è ormai da luglio senza più una foglia. La grafiosi l’ha uccisa così come ha ucciso tanti altri esemplari in quest’ultimo decennio nelle nostre terre cortonesi e di Valdichiana. Terre che saranno destinate a non vedere più questi grandi alberi che ancora a metà Novecento ornavano i campi e le colline di Cortona ed erano cibo estivo gradito a capre e pecore?

Non lo sappiamo; ma rilanciamo volentieri l’allarme che il nostro lettore ha voluto inviarci con questa bella foto di questo gigante che quanto prima dovrà essere abbattuto se non  vuole correre il rischio che qualche tempesta di vento lo faccia crollare sul tetto della sua casa.

Noi non sappiamo nulla di questa malattia dell’olmo campestre e allora siamo andati a ricercare qualche notizia su Internet apprendendo che la malattia in Italia è arrivata dall’Asia intorno al 1930 e l’attacco in massa è avvenuto a partire dal 1967.

Ecco cosa abbiamo trovato in Internet su questa malattia dell’Ulmus minor o Olmo campestre: “La grafiosi dell’olmo è una malattia provocata da un fungo (Ophiostoma ulmi, Schwarz), la cui diffusione sembra facilitata da alcuni coleotteri scolitidi del genere Scolytus. Sembra sia giunta in Italia tramite l’importazione di materiale legnoso infetto proveniente dall’Asia (proprio come è accaduto recentemente per la cimice asiatica e il tarlo asiatico). Ad oggi è molto diffusa nel nostro paese.Questa malattia colpisce tutte le specie di olmi, anche se in alcune di esse si manifesta in modo particolarmente grave. Esistono, in effetti, specie di olmi più resistenti a questa malattia e che ultimamente vengono utilizzate per i rimpianti. La specie di olmo più suscettibile è la nostra, chiamata comunemente Olmo campestre (Ulmus minor, L.).Il fungo della grafiosi dell’olmo provoca l’otturazione dei vasi linfatici con cui la pianta recepisce i nutrienti dal terreno. Il fenomeno è particolarmente evidente d’estate, con le alte temperature e l’alta umidità relativa. Come abbiamo detto, la grafiosi dell’olmo è trasmessa soprattutto dai coleotteri scolitidi. Questi si depongono le proprie uova nella corteccia di piante malate e in tale occasione si imbrattano delle spore del fungo. Giunta la primavera, i nuovi nati volano via portando con sé le spore e vanno ad infestare altre piante.Può essere trasmessa anche da pianta a pianta per contatto radicale. In questo caso l’infezione è più grave e più veloce. Porta quasi sicuramente alla morte della pianta entro l’anno.
I sintomi si manifestano 
prima sulle foglie, le quali assumono un coloro rossastro. Il cambiamento di colore avviene prima sulle foglie degli apici dei rami, per poi a mano a mano arrivare a quelle più interne e più vicine al tronco. Le foglie quindi si seccano fino ad interessare una gran parte della chioma o, nei casi più gravi, a interessarla tutta. In primavera, si può notare un appassimento dei rametti più giovani. I rami morti hanno la punta ripiegata ad uncino. I tessuti legnosi colpiti dal fungo manifestano, sotto la corteccia, delle caratteristiche striature verticali di colore bruno. I rami infetti, invece, evidenziano dei cerchi xilematici più esterni dello stesso colore. La prima cosa da fare, nel caso in cui l’infestazione sia ancora recuperabile, è quello di tagliare i rami infetti e bruciarli. Questo è possibile, inoltre, se le piante non sono vicine ad altre piante sane, altrimenti si rischia di infettare anche quest’ultime. Nel caso in cui la pianta è giunta a morte, si deve eliminarla, allontanarla e bruciarla. La cosa più importante è disinfettare tutti gli attrezzi e le motoseghe utilizzate per tagliare rami e tronchi malati dopo ogni pianta. In ogni caso è bene monitorare gli insetti vettori del fungo di grafiosi dell’olmo e constatare la presenza. Si può eventualmente pensare ad intervento fitosanitario, ma di questo ne devi parlare con un consulente agricolo.”

Link utili per coloro che vogliono approfondire:  https://it.wikipedia.org/wiki/Grafiosi  e http://ambiente.comune.perugia.it/Home/Allegato/d337d28b-1153-42b3-9514-f8fdde5f6a94

Ivo Camerini