L’Etruria

Redazione

Felice, sereno  2023! Auguri da un giornalista di strada

Da oggi è in edicola l'ultimo numero del 2022 de L’Etruria cartacea . Riportiamo anche qui sul quotidiano online gli auguri per il nuovo anno.

Felice, sereno  2023!  Auguri da un giornalista di strada

Un anno bello e brutto insieme se ne sta andando. Si, il 2022 è stato bello in quanto abbiamo avuto la ripartenza civile e sociale post-pandemia, ma è stato brutto, anzi bruttissimo sia per via della guerra in Ucraina sia per il carovita sia  per la speculazione capitalistica sui beni energetici , su quelli di largo consumo, sugli stessi farmaci e sulla stessa salute che ormai non più tutelata dall’ombrello pubblico,ma gettata in pasto alle montagne russe del privato.

Il vento del capitalismo nordamericano e nordeuropeo di rito calvinista , che per secoli era stato fermato dalla cultura sociale ed economica cattolica ( una vera grande barriera come quella naturale delle Alpi)  oggi è diventato bufera grande, che, incontrandosi con il burian russo, sta devastando in maniera quasi tragica la cultura cattolica, il ceto medio italiano  , la nostra patria del “piccolo è bello”, dell’economia di sussistenza rurale, contadina  e biologica del passato.

Tutti valori che, dal 1948, hanno retto il collante sociale e civile dell’Italia, ma che oggi sono minoritari e fuori moda. Anche la politica a matrice  culturale comunitaria cristiana (che, con la primavera del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, aveva avviato il sogno dei tempi nuovi senza Leviatano e aveva fatto sperare nella costruzione di una struttura repubblicana di nazione libera e democratica,senza guerra, senza divisioni sociali e modellata sulla solidarietà e sull’eguaglianza, come predica la nostra Costituzione)  è oggi a brandelli e siamo ormai una nazione, un paese strappato,che da troppi anni è ridotto a “ piccioletta barca” desiderosa solo di seguir l’americano “ legno, che cantando varca”.

A partire dal febbraio 2022 tutto sta tornando indietro di secoli e i ricchi stanno diventando sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e il ceto medio rotola senza soluzione di continuità ( senza speranza di arresto) verso la povertà e l’esclusione dai centri decisionali , dal governo della nazione.

Anche sul piano politico  la rivolta elettorale di quelli che in settembre sono andati a votare  , schiaffeggiando tutti quei leaders politici che guardavano la gente normale come degli appestati populisti (dimenticandosi , soprattutto a sinistra , che il popolo ha sempre ragione) si è rivelata effimera e inconcludente, dando ragione ai tanti che non si sono recati alle urne con  il ritornello qualunquista che “tutti sono uguali e che le promesse delle campagne elettorali sono solo promesse da marinaio”.

Personalmente sono andato a votare e non mi piango addosso, perché credo nella partecipazione e nella speranza del cambiamento; perché appartengo alla grande schiera di coloro che sanno che quando la notte è più buia l’ alba è più vicina , che quando l’inverno è più crudo e freddo la primavera sta per tornare. Soprattutto sono certo di stare con i tanti cortonesi ed italiani che non hanno rinunciato all’uso del proprio cervello o che non lo hanno affittato agli algoritmi della digitalizzazione, che tutto vorrebbero controllare e condizionare, atrofizzando l’anima delle persone con la scusa di fare il loro bene e togliendo invece loro il “libero arbitrio” con gli zuccherini di un aiuto nella vita quotidiana, che di fatto viene sempre più omologata alle scelte e alle decisioni del potere e di lor signori del capitalismo, dove i diritti del cittadino vengono sostituiti con i doveri del suddito silente e obbediente.

Nel nuovo anno, che sta arrivando, avremo senz’altro tante novità. Spero davvero che siano tutte positive e riportino pace e serenità e gioia anche nelle nostre terre cortonesi, che sembra abbiano retto meglio di altre  alla bufera di questi ultimi tre anni, anche se nel mercoledì prima di Natale alla Chiesa del Calcinaio, nella consueta distribuzione dei viveri a chi non ce la fa, ho visto una lunga fila di  oltre sessanta persone. Una fila che mi ha fatto male al cuore e che mi auguro possa non ripetersi nel 2023.

Certamente, come tutti sappiamo, il futuro è già qui tra noi, ma spetta ad ognuno di noi far sì che questo futuro sia a dimensione comunitaria, di solidarietà, di condivisione del cammino terreno, di promozione umana e non  di nuova divisione tra ricchi e poveri, tra fortunati e sfortunati, tra cittadini di seria A e cittadini di serie B.

Nonostante queste piccole ,un po’ amare,  ma sentite riflessioni: Felice, gioioso, sereno  2023, care amiche e cari amici  lettori de L’Etruria!

PS: Anche il nostro giornale, nel 2023, è chiamato al rinnovo degli organi sociali e mi auguro che si facciano avanti energie nuove, fresche e giovani . Personalmente in questo momento, dopo cinque anni di intenso impegno a dare voce a coloro che ho incontrato sulle nostre strade, cercando di non ignorare nessuno, ritengo di dovere chiudere questa mia esperienza di giornalismo minore e lontano dalle  veline degli uffici stampa del potere. Ho svolto come potevo ( e senz’altro con tante lacune e di ciò vi chiedo scusa)  questo mio compito di giornalista di strada , ma di una cosa posso assicurarvi: non sono mai stato giornalista da marciapiede.

Care amiche e cari amici lettori de L’Etruria, vi ringrazio della vostra attenzione e comprensione, chiedendo scusa se nel 2023 scriverò molto di meno , cercando quindi di stare di più in famiglia e dedicare più amore e più tempo  alle mie tre nipotine e al piccolissimo nipotino.

 Ivo Camerini