L’Etruria

Redazione

Il forte invito dell'Arcivescovo emerito di Lucca: ritrovare la preghiera, fare chiesa domestica.

Durante l'omelia in San Filippo : il " restiamo a casa " passerà meglio e più veloce se lo viviamo quale occasione propizia per meditare la Parola di Dio

Il forte invito dell'Arcivescovo emerito di Lucca: ritrovare la preghiera, fare chiesa domestica.

Questa domenica delle Palme 2020 è stata una domenica di particolare silenzio  e ingabbiata nell’emergenza sanitaria  anche a Cortona. Non potendo aprire le chiese alla tradizionale festa del  popolo di Dio, si è sopperito alla meglio chiedendo a ciascuna famiglia di vivere questa festività, che apre la Settimana Santa,  come chiesa domestica nella propria casa, sia attraverso la Santa Messa Solenne di Papa Francesco, trasmessa in mondovisione da  Rai1, sia attraverso i circuiti social, come Fb e Youtube.

A Cortona  i tre vicariati hanno organizzato le Sante Messe dei loro parroci attraverso le dirette Fb . A Camucia , Don Aldo Manzetti, a Terontola, Don Luca Lazzeri e a Cortona, nella Chiesa di San Filippo,  Don Ottorino Capannini e Don Simone Costagli hanno tenuto una concelebrazione eucaristica, presieduta da S.E. Mons. Italo Castellani, Arcivescovo emerito di Lucca.

Della profonda omelia, tenuta durante la Santa Messa Solenne , dall’Arcivescovo Castellani siamo lieti di pubblicare gli appunti da lui utilizzati in San Filippo. Nella foto di corredo, l'Arcivescovo Italo Castellani in Santa Margherita durante l'ultima festa del febbraio scorso. ( IC )

 

OMELIA DOMENICA DELLE PALME (2020) 

La Liturgia delle Palme, che nella cristianità apre  la grande ” Settimana Santa” di preparazione alla  Festa della Pasqua di Risurrezione del Signore,  c’invita a rivivere la festosa accoglienza di Gesù nella Città di  Gerusalemme, così   documentata  dai testi  liturgici: “Sei giorni prima della solenne celebrazione della Pasqua, quando il Signore entrò in Gerusalemme, gli andarono incontro la folla e i fanciulli: portavano in mano rami di palma, ramoscelli d’olivo e acclamavano a gran voce: Osanna nell’ alto dei cieli… Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Ant.na Ingresso).

Fermiamo e centriamo la nostra riflessione su questo testo contestualizzandolo nella lettura della “Passione del Signore” (Mt 26, 14-66), che costituisce il testo centrale dell’odierna Divina Liturgia.

  1. "Una grande folla venuta per la festa acclamava: Benedetto colui che viene nel nome del Signore".

... Quella folla siamo noi stamani che ‘acclama',  riconosce Gesù come colui che viene nel nome di Dio... Lui Parola del Padre!

...Seguiamolo  (….quale Parola di Dio ). Il “Restiamo a casa” di questi giorni sia l’occasione propizia per  meditare ogni giorno un passo della Parola di Dio, possibilmente insieme ai nostri Cari, o per dedicarci ad una lettura edificante.

  1.  “I fanciulli gli andarono incontro e acclamavano a gran voce: “Osanna nell’alto dei cieli”.

…Quei fanciulli, quei ragazzi,insieme a tutta la comunità cristiana, siamo tutti noi  stamani chiamati a riconoscere  con semplicità di cuore in Gesù il Figlio di Dio che ha vinto la morte…Lui il Risorto!

Crediamo (…in Gesù Risorto).  Il “Restiamo a casa” di questi giorni sia  valorizzato anche come   tempo propizio in famiglia  per  unirci   nel seguire attraverso i mass media le Celebrazioni della Settimana Santa.

3)“I fanciulli gli andarono incontro e portavano in mano rami di palma, ramoscelli d’olivo”.

Quei fanciulli, ragazzi e adulti,siamo ancora noi che gli  anni scorsi portavamo in processione i ramoscelli benedetti  d’olivo lungo le strade delle nostre parrocchie e poi le conservavamo nelle nostre case a ricordarci che “Cristo è nostra Pace”: quest’anno il corona virus ce lo ha impedito.  I ramoscelli d’olivo restano simbolo di "Cristo nostra Pace". 

….Operatori di pace  (…Beati gli…). Il “Restiamo a casa” di questi giorni, che ci obbliga a passare più tempo in famiglia, sia l’occasione opportuna per approfondire relazioni affettuose e di pace  con i nostri  Cari e non di ulteriori tensioni.

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE”:  è il nostro corale atto di fede rinnovato in Dio Padre,  che ci viene incontro in questa  “Santa Settimana” nel Suo Figlio Gesù,  sempre ma in particolare in questo tempo in cui la tempesta del coronavirus sembra travolgerci.  Andiamo a Lui incontro , a cercarlo nei meandri più reconditi della nostra vita personale e della storia umana,  con lo stesso spirito di accoglienza delle folle di Gerusalemme, con la semplicità e la gioia dei bambini di quella Città,  rivolgendo a Lui  la nostra  invocazione personale e a nome di tutta e per tutta l’ umanità.

 O Signore  -questa grande settimana, una “Settimana Santa” tanto particolare quest’anno- mi aiuti insieme ai miei fratelli di ogni popolo, nazione e tradizione religiosa:

  • A non persistere nell’ essere  uomo di poca  fede,  soprattutto in questo tempo di prova,  come l’apostolo Pietro che ti sconfessa dicendo: “Non conosco quest’uomo di cui parlate” (cf Gv 18, 25).
  • A non confondermi e nascondermi  tra la folla anonima, perché privo di coraggio e un po’ vigliacco, fino a unirmi al coro di chi ti condanna, gridando anch’io con il mio peccato riconducibile essenzialmente a un innato egocentrismo e individualismo: “Crocifiggilo, crocifiggilo”( cf Gv 18, 6).
  • A non schernirti, prenderti in giro - facendo il furbo, non prendendo sul serio la Tua Parola cercando scorciatoie,  pur essendo consapevole che è Parola di Vita e per il mio bene – come i soldati che si rivolgono a Te dicendoti: “Salve, re dei giudei” (cf Gv 18, 3).
  • A non essere ambiguo nella vita come i Capi dei sacerdoti che, invece di dare per primi l’esempio di fiducia e di speranza,  si rivolgono a Gesù dicendo: ”Hai salvato altri e non puoi salvare te stesso” (cf Gv 18, 22),
  • A non “lavarmi  le mani” di Te e del prossimo, come Pilato. Anzi,  a riassumermi e a riassumerci con slancio  rinnovato le nostre responsabilità nella vita sociale,  i nostri impegni nella nostra comunità parrocchiale e nelle nostre  famiglie;  disponibili a rispondere con delicatezza ma con gratuità alle nuove povertà economiche causate dal corona virus del vicino della porta accanto , a lenire  le paure in particolare dei nostri giovani  -che si vedono improvvisamente rubare il futuro-  la solitudine  dei nostri anziani e ammalati.
  • Fammi il dono di essere un ostinato e sincero “cercatore di Dio”: conduci tutti noi  - nella possibilità  particolare che abbiamo quest’anno,  a tutte le ore del giorno e della notte, di partecipare dalla solitudine delle  nostre case  alle Celebrazioni della Settimana Santa attraverso gli sperimentati e nuovi mezzi di comunicazione - di prepararci ad accogliere con fede rinnovata e gioia contagiosa l’ annuncio della  Veglia e del Giorno di Pasqua: “Il Signore è davvero Risorto”!

+ Italo Benvenuto Castellani, Arcivescovo Emerito di Lucca