L’Etruria

Redazione

Malasanità anche ad Arezzo?

Una lettera della risk manager Verusca Castellani inviata ai vertice dell’ Ausl Toscana Sud-Est darebbe risposta positiva. Insomma cambiano i suonatori, ma la musica è sempre la stessa.

Malasanità anche ad Arezzo?

Il nostro giornale ha avuto per conoscenza una durissima lettera di protesta inviata dalla risk manager Verusca Castellani ai vertici dell’Ausl Toscana Sud Est in merito ad incivile caso di malasanità e di trattamento sanitario avvenuto al Pronto Soccorso dell’ospedale San Donato di Arezzo.

Riportiamo, senza commenti, alcuni passaggi di questa lettera che denunci una situazione da quarto mondo e che è un j’accuse a tutto tondo, se i fatti corrispondono a come enunciati in questa Pec e , stando al fatto che chi scrive è anche  un avvocato, senz’altro corrispondono al vero.

Tra l’altro, si scrive nella lettera di cui abbiamo testo integrale e originale: “Vi scrivo per portare alla Vostra attenzione quanto accadutomi, presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale San Donato di Arezzo, nella giornata del 6 marzo 2025, ed in particolare di un’esperienza che, sia sotto il profilo professionale che, soprattutto umano, ritengo  assolutamente  intollerabile  per  un  servizio  sanitario  che,  a  norma  di  legge, dovrebbe garantire cura e dignità a tutti i pazienti (…) sono  arrivata  al  PS  intorno alle  ore  13.15  con  un  dolore  lancinante  alla schiena (zona lombo-sacrale) da circa 20 gg.; specifico che, dopo la prima fase di valutazione (c.d. sulla porta) mi è stata fatta la valutazione soggettiva ed oggettiva attraverso l’anamnesi mirata con consequenziale rilevazione dei segni clinici e dei parametri vitali di cui ignoro tutt’ora l’esito. Preciso inoltre che avevo con me documentazione clinica consegnatami dal mio MMG circa mezz’ora prima il quale, dopo un’accurata indagine svolta nella mattina presso il suo ambulatorio, aveva ipotizzato una probabile patologia aortica stante, appunto, l’anomalia della lombalgia, l’anomalia del dolore alla schiena e l’attestata insensibilità ai farmaci come ad es. il cortisone (Deltacortene 25 mg). Il sospetto, infatti, come indicato nella richiesta consegnata  all’infermiere  del  triage,  era  quello  di  un  anomalo  soffio  vascolare  ed  un sospetto aneurisma dell’aorta addominale.

Poco dopo, su mia specifica richiesta, ho saputo che mi era stato assegnato un codice di accesso-triage 3 anche se debbo rilevare che tale assegnazione è stata effettuata tra le risate sardoniche (...)che, senza nemmeno avermi ispezionato e/o auscultato, si sono limitati a deridermi dicendomi che “se avessi avuto quello che sospettava il MMG a quest’ora dovevo essere morta per forza”.

Da quel momento sono stata spostata nel famoso e nuovo open space dei codici intermedi ove, con mia grande sorpresa, ho potuto constatare solo infinita ed illimitata desolazione. Sono rimasta in silenzio in questo luogo, seduta vicino alla finestra, su una semplicissima e durissima sedia da ufficio per oltre 9 ore fino a quando, alle ore 22.00, ho deciso di andarmene senza che nessuno, e sottolineo nessuno, dei medici presenti mi abbia nemmeno solo degnato di uno sguardo o fatto alcuna domanda (…)In questo frattempo evidenzio che alle ore 14.00 circa mi è stato fatto un prelievo (di cui ovviamente ignoro l’esito) e alle ore 20.00 c’è stato il cambio di turno; durante questo interminabile tempo, però, ho assistito ad una situazione surreale ed onirica per un ospedale che, a quanto pare, viene considerato tra i migliori della Toscana. In particolare: - Un  paziente  con  la  testa  insanguinata  a  causa  di  una  caduta,  munito  di  una semplicissima fasciatura ormai satura di sangue, in attesa che qualcuno si decidesse a mettere i punti (n.d.r. l’infermiere in turno ha tenuto a specificare che i punti li deve mettere il medico e che quindi c’era quindi da aspettare ore)- Persone  anziane  esanimi  sedute  su  vecchie  poltrone  o  blande  sedie  che  si lamentavano senza sosta perché volevano sdraiarsi o essere rimandate a casa.- Un paziente che dopo oltre tre ore di attesa, durante le quali chiedeva un letto a causa degli evidenti conati di vomito, ha letteralmente vomitato per terra e sulle mie scarpe e ed è stato quindi spostato in un altro ambiente previo cambio del suo codice di accesso (n.d.r. per dovere di cronaca evidenzio che nessuno ha ovviamente provveduto a pulire per terra e, con il passare delle ore, il vomito si è trasformato in un’appiccicosa maleodorante macchia nera per terra…). -Un  paziente  in  osservazione  sul  lettino  con  monitor  acceso  e  tenda  aperta  che continuava a togliersi l’ossigeno scendendo dal letto e vagando per l’ambiente chiamando la moglie tra le risatine canzonatorie degli infermieri e degli OSS. - Giovani e anziani, senza distinzione di sorta, abbandonati a loro stessi dalle ore 10.30 della mattina su lettini o poltrone fatiscenti, con l’unica concessione di una bottiglietta d’acqua laddove richiesta. - Due anziani pazienti rispettivamente di 92 e 97 anni che urlavano incessantemente dal dolore chiamando la mamma (preciso che fra le ore 19.30 e le ore 20.30 hanno fatto entrare i familiari ma solo dopo essersi messi d’accordo sulla circostanza che “prima di far entrare i familiari” gli OSS dovevano controllare la dignità dei pazienti in modo da essere puliti e “a posto” per non ricevere “rimproveri”)- Almeno altri due pazienti con forte e sospetto, a loro dire, dolore toracico che, in sostanza, avevano avuto la mia stessa mia esperienza di triage “se era infarto eri morto…” - Familiare    di    un    anziano    paziente   che    è    stata    aspramente   rimproverata dall’infermiera entrata in turno alle ore 20.00 in quanto aveva osato chiedere alla stessa il cambio del catetere messo al paziente dal medico; (n.d.r. in sostanza l’infermiera, senza dare alcun tipo di assistenza, ha tenuto a ribadire alla signora che il  catetere  non  lo  mette  il  medico  bensì  l’infermiera  e  che,  in  ogni  caso,  doveva aspettare perché lei era entrata in quel momento) (...) In tutta questa impietosa e disumana situazione segnalo, più specificatamente, il comportamento del   tutto   manchevole di   alcuni   operatori  sanitari (…) ho lasciato il Pronto Soccorso alle ore 22.00 circa senza che nessun medico mi abbia visitato e/o detto alcunché;

-non mi è stato chiesto di firmare nulla al momento della mia uscita;

-non ho avuto alcuna informazione circa gli esiti degli accertamenti svolti (parametri vitali e prelievo)

-al momento dell’uscita non mi è stato tolto nemmeno l’ago cannula del prelievo che mi era stato infilato nel braccio sinistro; poiché me ne sono resa conto solo una volta giunta al parcheggio sono tornata indietro per farmelo rimuovere dall’infermiera dell’accettazione che, nel frattempo, aveva sostituito, alle ore 20.00, l’infermiere precedente la quale, molto infastidita, ha ribadito che lei non poteva farci nulla.

-nel momento in cui l’infermiera mi stava togliendo l’ago la stessa ha inviato (senza alcun OSS) un paziente pediatrico con trauma e non deambulante al PS pediatrico dopo essersi fatta consegnare dal padre, che è rimasto piuttosto interdetto della cosa, il proprio documento di identità e ciò al solo fine di vedersi restituire, una volta terminata la visita, la carrozzina sulla quale era stato fatto sedere il bambino.

Comprenderete che tutto questo appare agli occhi di chi scrive semplicemente inaccettabile. L’idea che in un ospedale pubblico si possa essere trattati con tale negligenza e supponenza è inaccettabile così come è inammissibile che pazienti in condizioni di emergenza vengano lasciati senza cure adeguate per ore e che il personale possa permettersi di deridere chi attende da oltre 10 ore; è un qualcosa che non posso e non voglio accettare soprattutto da parte di chi si proclama esempio di sanità c.d. di eccellenza” (...) evidenzio che questa mattina, al fine di poter finalmente ricevere una visita medica, sono stata costretta a rivolgermi ad un centro privato, nello sconcerto più assoluto del personale che mi ha accolto, dove, pagando di tasca mia, ho potuto avere quello che il servizio sanitario avrebbe dovuto garantirmi (…)nel segnalare quanto sopra, Vi chiedo di prendere immediati provvedimenti sotto il profilo organizzativo e di dare immediate e concrete risposte su quanto accaduto in considerazione del fatto che, per lo meno da quanto ho potuto accertare, esperienze simili sono al San Donato all’ordine del giorno”.

Che ad un pronto soccorso toscano di grande livello, come quello di Arezzo, succedano queste cose è davvero inaccettabile e lasciamo i commenti ai nostri lettori.

Redazione