L’Etruria

Redazione

Il furgone del nonno

La nipote Chiara ricorda Angiolo Faralli , artigiano cortonese e volontario della Caritas Calcinaio,recentemente chiamato alla Casa del Padre.

Il furgone del nonno

Francesco ha pochi ricordi, e Andrea purtroppo ne avrà ancora meno. Ma io lo ricordo bene, e la sento come una mia precisa eredità nei confronti del nonno.

Ricordare e tramandare, prendere esempio da un uomo come Angiolo Faralli.

Il furgone del nonno.

Tutti gli anni veniva caricato all'inverosimile prima di partire per il mare. Un mese di villeggiatura che sembrava un trasloco internazionale.

Il furgone del nonno.

Quello in cui provavo a salire ma era troppo alto. Quello che profumava di vernice e acqua ragia. Quello che una volta ho trasformato in un foglio di carta scrivendo "ti voglio bene" con un sasso appuntito su tutta la fiancata.

Il furgone del nonno.

Quello che veniva usato come tana per giocare a nascondino.

Il furgone del nonno.

Quello che ogni sera lo riportava a casa dalla famiglia. Dalla nonna, dagli zii, dai miei genitori e dalla nonna Dinda. Quello che lo riportava da me. Che poi lo costringevo a giocare dopo le fatiche di una lunga giornata.

Il furgone del nonno.

Quello bianco, quello che ha fatto migliaia di km per portare aiuto nei posti vicini e lontani.

Quello che è stato guidato da tutta la famiglia, da molti amici e conoscenti in viaggi a volte parecchio improbabili.

Il nonno era come il suo furgone.

Bianco, come l'ho sempre conosciuto io, grande, accogliente, pronto a partire se c'era da fare qualcosa. A volte un po' difficile da guidare, soprattutto se aveva deciso la sua strada. Un po' fumino, soprattutto se qualcuno lo faceva arrabbiare, e credetemi che io ero bravissima a farlo arrabbiare.

Ma il nonno esattamente come il suo furgone era sempre lì. Affidabile. Sicuro. Incrollabile. Perdonava tutto. Era pronto a dispensare il suo aiuto, e soprattutto il suo amore. Quello che aveva per gli altri. Quello per la nonna e i figli. Quello per noi nipoti.

La famiglia, la benzina di quel suo grande motore. Il suo cuore aperto e senza pregiudizi.

Ricordi che non saranno vani.

Ti prometto, nonno, che farò di tutto perché Andrea sappia come profumavi di lavoro e dignità. Di gioia, esuberanza e passione per la vita.

E spero che quel tuo furgone ti abbia portato nella tua nuova casa. Dai tuoi fratelli e dalla tua sorellina. Verso un'altra avventura.

Noi restiamo qui, un po' più poveri e un po' più tristi ora che te ne sei andato.

Ma sappiamo che ci guiderai con il tuo furgone e ci farai strada per rincontrarci di nuovo.

Chiara Gambella