Nelle opere museali esistono capolavori che meritano di essere ammirati e studiati per la loro bellezza, per i pensieri che ci evocano e per le curiosità storiche che ci svelano.
Attraverso i loro racconti veniamo facilmente trasportati in altre epoche.
Sono tanti i fattori che ci attraggono in un museo quanti sono i nostri desideri di conoscenza e poi questi ambienti oggi sono proprio progettati affinché il visitatore si senta a proprio agio e possa contemplare al meglio i preziosi in esso conservati.
La visione d’insieme di un’opera ci da molto, ma, ancora di più, quella della scoperta di alcuni particolari perché proprio essi svelano dei segreti ben nascosti anche se, in fondo, sono palesemente sotto gli occhi di tutti.
Alcuni artisti tra i più famosi, proprio perché potevano frequentare i Potenti dell’epoca, celavano dietro la loro arte anche attività politiche e di spionaggio e spesso non mancavano di veicolare messaggi proibiti tra il popolo.
Vi farò solo pochi esempi perché lascerò a voi il divertimento attraverso le vostre future visite museali di individuare altri misteri!
Dunque nel Platonico Rinascimento, dove interi testi enciclopedici potevano essere racchiusi in una sola pala d’altare, durante la passata visita della mostra che il MAEC ha dedicato al Maestro Luca Signorelli, mi sono soffermata ore a guardare le opere in giorni diversi e sempre da varie angolazioni, fino a scandagliarne il più piccolo particolare e poi, all’improvviso, ho notato che sulle ali dell’Angelo dell’Annunciazione di Volterra, il Signorelli aveva dipinto due musi di scimmia. Una rivolgeva lo sguardo stupito verso il Cielo mentre l’altra guardava l’immaginario spettatore con tristezza e stupore. La prima domandava a Dio com’era possibile osservare nel mondo tanta crudeltà e come Lui stesso potesse sacrificare il proprio Figlio per la salvezza dell’Umanità, mentre l’altra scimmia entrava in comunione con il sentimento di impotenza sentito dall’Uomo Comune di fronte alla violenza. Luca era realmente a conoscenza di come si comportasse male la classe dirigente del suo principale Committente, la Chiesa Cattolica, ma il suo Amore Cristiano aveva comunque prevalso sulla sua prudenza.
Nell’arte Cattolica la rappresentazione della scimmia ha molteplici significati come la malizia, l’astuzia, la lussuria, il peccato, la corruzione. L’interpretazione dipende sempre dal contesto in cui sono inserite queste figure, pensate invece che una scimmia incatenata può rappresentare persino la virtù della temperanza! Allora immaginiamo il Signorelli di fronte alla sua opera nascente, giorno dopo giorno incontrarsi con Dio, dialogare con Lui direttamente tra una pennellata e l’altra, e maturare, da cristiano fervente, una potente preghiera di Amore. Nel 1491 attraverso la “diplomazia dell’immagine” ha invocato la Protezione Divina affinché lo spettatore trovi la forza di combattere i Peccati compiuti dalla Chiesa Stessa. Certo non immaginava che la sua preghiera sarebbe arrivata ai nostri giorni pertinente e attualissima!
Un’altra gestualità interessante gli artisti la realizzano anche attraverso le varie pose delle mani dipinte. Le Mani Parlanti! Del resto la figura di Arlecchino con il volto celato dalla sua maschera nera, è sempre riuscita, attraverso i movimenti delle mani, a comunicate i più molteplici sentimenti!
E’ pur vero che esistono diverse scuole di pensiero riguardo l’interpretazione di un’opera d’arte ma il linguaggio delle dita dei personaggi ha avuto sempre il suo peso per decifrare i più nascosti significati, gli intrecci delle dita per indicare le conversazioni. Al riguardo il Maestro Pinturicchio con la “Disputa di Santa Caterina d’Alessandria” 1492-94 dipinge il dettaglio del pollice e l’indice della mano destra della Santa che afferrano l’indice della sinistra, come a enumerare contandoli sulle dita, i punti chiave della sua fede; spesso riconoscibili sono gli scongiuri di un San Giovanni per presagire minacce imminenti, gli indici puntati invece affermano principi indiscutibili e le mani benedicenti diventano poi fonti di comando.
Per ascoltare la voce dei quadri allora osserviamo attentamente le mani dei soggetti. Chi tiene la mano destra con l’anulare e mignolo piegati significa che sta parlando, se sono più di un personaggio a compiere questo gesto significa che stanno conversando.
Nell’Annunciazione del Beato Angelico che possiamo ammirare nel Museo Diocesano di Cortona l’Angelo Gabriele designa con la mano destra Maria mentre con la sinistra indica Dio, la fonte del Messaggio e del Comando.
Poi ancora ci sono i gesti da decifrare dei corpi dei personaggi raffigurati nelle opere perché la sola collocazione nelle prospettive o in vicinanza di colonne ne spiegavano persino l’importanza.
Per questo quadri come la Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca conservata nella Galleria Nazionale delle Marche nella Città di Urbino ha sempre destato tanta attenzione storica, politica e religiosa. Le scene osservate dallo spettatore lo impegnano in molteplici riflessioni e studi. La caduta dell’Impero d’Oriente con la presa di Constantinopoli da parte dei vittoriosi Turchi segna un “11 Settembre” per la Chiesa Cattolica che sarà costretta a dialogare con altri Poteri per difendere la sua stessa sopravvivenza nel mondo delle religioni e ciò si legge nella scena dei tre personaggi statuari, vestiti con fogge di culture completamente diverse.
Nei suoi quadri Piero riesce a far percepire l’assenza di aria, colloca i suoi personaggi dipingendo i visi con la pelle del colore della pietra chiara, tanto da risultare statuari, dunque sono in una collocazione metafisica, fuori da un qualsiasi ambiente comune perché lui li vuole dentro la Storia dell’Uomo di Sempre.
Del resto, un buon quadro rilascia sempre la sensazione che qualcosa di impensabile stia per accadere quando lo si ammira per la prima volta perché quando è Arte, quella vera, il suo potere temporale nutre da sempre quello spirituale. Esso non deve mai essere nulla di prevedibile e di scontato, allora e solo allora, può gareggiare per l’eternità terrestre.
Per questo dobbiamo sempre dare fiducia all’Arte.
Ma non esistevano solo le pale pittoriche e i grandi affreschi commissionati per i Palazzi Patrizi o Chiese, nei musei si raccolgono opere più private che custodiscono messaggi di amore. Particolarmente ne amo una della Bottega del Signorelli (tempera su tavola primo quarto del XVI sec.) conservata nella sala grande del MAEC di Cortona.
L’energia dell’amore in quella Madonna Tanto, Tanto, Mamma, è percepibile da chiunque e nello studio delle sue mani è disegnato il triangolo divino sottolineato dal contatto delle sue tre dita e osservate la potenza della prospettiva masaccesca che ne approfondisce il messaggio. Ogni piccolo autore ignoto può lasciare il suo grande capolavoro e il nostro sconosciuto ci è riuscito.
Da allora dovranno trascorrere ancora secoli per arrivare alla sfrontatezza dell’arte surrealista che spesso non avrà bisogno di essere spiegata perché i suoi arroganti artisti sono maestri nel saper aggredire l’intimo dei loro spettatori, loro non si pongono filtri, del resto nel nostro Occidente nessuno rischia la forca per essersi permesso certe libertà! Magari in altri paesi si rischia la tortura e persino la vita ma da noi no!
Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®